FAQ

Le risposte ad alcune domande frequenti sulla psicoterapia

Esistono molti orientamenti e tecniche psicoterapeutiche. La ricerca ci indica solo per pochissimi disturbi una tecnica d’intervento d’elezione, per la quasi totalità dei casi lo studio di efficacia su dati aggregati indica come fattore predittivo l’alleanza terapeutica tra professionista e cliente.

Dipende dalla richiesta e dal tipo di lavoro proposto dallo psicoterapeuta.
Molto spesso non è possibile definire inizialmente la durata esatta della terapia, ma è possibile avere dal terapeuta un’indicazione di massima sulla base di quanto definito dal patto terapeutico.

Il cliente ha diritto di chiedere al professionista i riferimenti che attestano l’autorizzazione a svolgere l’attività professionale e precise informazioni sulla sua formazione specialistica. Inoltre ci si può sempre rivolgere all’Ordine degli Psicologi della regione di appartenenza del professionista, che pubblica nominativi, recapiti e eventuale autorizzazione alla psicoterapia di tutti gli iscritti.

Esclusivamente se si tratta di uno psichiatra psicoterapeuta.
Lo psicologo psicoterapeuta ha la possibilità di indirizzare il cliente da un collega psichiatra quando ritiene utile valutare un’integrazione farmacologica alla cura. È importante che il sistema di cura sia in rete e che i vari professionisti coinvolti collaborino. 

Sì. Le spese sostenute per sedute di psicoterapia, possono essere interamente portate in detrazione al capitolo “Spese mediche e sanitarie”. Oggi è fatto obbligo a tutti i professionisti della salute di registrare all’Agenzia delle Entrate tutte le fatture emesse, è possibile, quindi, ritrovare l’ammontare delle spese per la psicoterapia già inserito nel modello della dichiarazione dei redditi pre-compilato.

Diverse ricerche sembrano confermare che anche la psicoterapia, come tutte le terapie sanitarie, se condotta in maniera inappropriata, può avere effetti iatrogeni. 
La chiarezza del patto terapeutico, la definizione degli obiettivi e il coinvolgimento dei genitori per le terapie rivolte all’infanzia sono presupposti indispensabili alla valutazione di efficacia in itinere di qualsiasi trattamento e fungono da fattore protettivo di effetti iatrogeni.

Anche in questo caso la risposta può variare a seconda del metodo terapeutico adottato, per cui si va da una frequenza mensile adottata in alcune nuove forme di terapia, alle 2-3 sedute settimanali della psicoanalisi classica.
In genere, la maggior parte degli psicoterapeuti adotta la più comoda e funzionale frequenza settimanale.

Possono esserci delle differenze a seconda dell’approccio psicoterapeutico adottato e dello stile del terapeuta, ma generalmente la durata di una seduta terapeutica individuale è di circa 50-60 minuti, le sedute di terapia di coppia e familiari in genere durano da 60 a 120 minuti.

Anche in questo caso possono esserci delle differenze a seconda dell’approccio psicoterapeutico adottato e dello stile del terapeuta. Generalmente le terapie individuali hanno frequenza settimanale, quelle di coppia o familiari hanno una frequenza bisettimanale. 
La psicoanalisi classica prevede più sedute a settimana.
In ogni caso la frequenza varia anche in funzione delle caratteristiche specifiche di chi chiede un trattamento psicoterapeutico: non siamo tutti uguali!

Ogni professionista può stabilire il proprio onorario sulla base dei titoli, dell’esperienza clinica, dei costi fissi legati all’attività professionale e al proprio codice etico.
Esiste un Tariffario Professionale degli Psicologi non vincolante che indica le seguenti cifre:
– Psicoterapia individuale: da un minimo di €40 ad un massimo di €140:
– Psicoterapia di coppia o familiare: da un minimo di €55 ad un massimo di €185;
– Psicoterapia di gruppo: da un minimo di €20 a un massimo di €70 a persona.

Il modo migliore per accertarsi se il professionista cui ci si è rivolti è abilitato o meno all’esercizio della psicoterapia, è quello di contattare l’Ordine Nazionale degli Psicologi o di consultare l’Albo online dell’Ordine Regionale di appartenenza (che può essere diverso dalla regione in cui esercita la sua professione), e verificare se oltre ad essere iscritto all’Ordine come psicologo è anche abilitato all’esercizio della psicoterapia.

La psicoterapia si basa essenzialmente sul colloquio, e non richiede necessariamente l’uso di test psicologici, ma è possibile avvalersi di test soprattutto per l’analisi della domanda iniziale e per la valutazione di efficacia. 
La somministrazione di qualsiasi test deve essere autorizzata dal cliente dopo ampia spiegazione in merito e deve prevedere una restituzione anche se non necessariamente in forma scritta.
La stesura di una relazione scritte potrebbe richiedere un costo aggiuntivo.

Il cliente è sempre libero di interrompere la propria psicoterapia anche prima di aver raggiunto gli obiettivi prestabiliti. In tal caso, il compito dello psicoterapeuta è quello di esporre il suo parere al riguardo e di collaborare col cliente affinché questi possa comprendere meglio le ragioni profonde della sua decisione e valutare nel modo più obiettivo possibile gli eventuali vantaggi e svantaggi che essa comporta.